[…] Tra la fine dell’ Ottocento e gli inizi del Novecento, si diffonde il mito della femme fatale, ossia della donna quale oggetto del desiderio, ma di un desiderio malefico, che reca con sé, sotto parvenze ammalianti, distruzione e sconvolgimento. Le pagine dei romanzi, le immagini della pittura e della scultura abbondano di questa tematica: un ossessivo e ricorrente richiamo ad un demone che si tenta, così, di esorcizzare. Molti sono i nomi e le interpretazioni della femme fatale: esotica, bruna e beffarda come le incarnazioni di Von Stuck, oppure fiammata nei capelli ed esangue come le nordiche sfingi di Khnoppf o le donne vampiro di Munch. […]
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